La Scuola dell’Infanzia di Bombe

Dopo aver consolidato progetti vitali a Dubbo, Soddo e a Shanto, la nostra attenzione si è posata su Bombe, il capoluogo di Contea. 

Bombe, 25 km a nord di Dubbo, si distingue per la sua attività economica, basata sulla coltivazione di caffè e zenzero, che le conferisce una situazione leggermente più agiata rispetto ad altre delle aree più svantaggiate incontrate durante il cammino. 

Tuttavia, anche qui, la mancanza di infrastrutture educative per la prima infanzia costituiva un ostacolo significativo, privando i piccoli abitanti della città di quel trampolino di lancio essenziale per il loro futuro.

Costruita grazie al generoso sovvenzionamento dei frati cappuccini marchigiani, la scuola dell’infanzia di Bombe è stata progettata sul modello di successo della Scuola dell’infanzia di Shanto, pur non disponendo della formazione montessoriana, si prefigge di fornire una preparazione pre-scolastica adeguata, di offrire un pasto giornaliero e di incoraggiare pratiche igieniche essenziali. 

A questo proposito, un elemento cruciale per il funzionamento di una scuola, in particolare in contesti dove la risorsa idrica scarseggia, è l’accesso all’acqua potabile. A Bombe, grazie ad una ONLUS di Bollate Il seme della speranza, per garantire questo, nel 2024 sono stati aggiunti altri due serbatoi da 10.000 litri ciascuno, dedicati alla raccolta dell’acqua piovana. Questa iniziativa è fondamentale non solo per le necessità della scuola, ma anche per promuovere l’igiene personale dei bambini.


Uno sguardo al futuro: la scuola primaria 

L’impatto positivo della Scuola dell’infanzia di Bombe non è passato inosservato. Le autorità civili della contea stanno ora chiedono con insistenza la costruzione di una scuola primaria attigua, avendo già predisposto un terreno adeguato a questo scopo. Questa richiesta sottolinea l’urgenza di affrontare l’ancora alto tasso di analfabetismo nella regione e di fornire un percorso educativo completo per le bambine e i bambini di Bombe. Tuttavia, al momento, manca uno sponsor che possa sostenere economicamente questo ambizioso progetto. La speranza è, come recita il detto, “ultima dea” e la provvidenza presto o tardi farà battere il cuore a qualcuno.